Disturbo ossessivo: come uscire dalle trappole della mente.

disturbo ossessivoIl disturbo ossessivo si caratterizza per la persistenza di un pensiero, di un’immagine o di un’idea valutate come inadeguate e inappropriate. In tale disturbo i pensieri ed le immagini ossessionanti creano ansia e disagio importante alla persona la quale perde parecchio tempo ogni giorno cercando di controllarli, inseguendo la perfezione e la precisione. Il malessere si estende alle persone che vivono con la persona ossessiva diventando fonte di grande sofferenza anche per loro.

Come e cosa fare per cercare di uscirne?

Il disturbo ossessivo

Ciascuno di noi avrà sicuramente conosciuto persone molto precise, amanti dell’ordine e quasi impeccabili.

Essere meticolose, attente, concentrate nello svolgimento di un compito non è di per sé patologia; anzi è un pregio che ci rende affidabili. Cosa fa la differenza? Cosa trasforma una virtù in una condanna? Il bisogno di dover continuare a rivedere ciò che è stato fatto, non una volta, non due, ma tante, troppe volte. E’ quell’insicurezza che si insinua, quel senso di inadeguatezza che dilaga ogni volta abbiamo controllato ancora.

La persona che soffre di un disturbo ossessivo è spesso (non sempre) consapevole dell’inappropriatezza del proprio pensiero e capace di riconoscere che le ossessioni sono un prodotto della sua mente. Vorrebbe evitare di perdersi nei labirinti in cui la sua mente lo intrappola, ma più ci prova e più ne rimane incastrato.

Cerca di distrarsi e a volte riesce nel suo intento, ma appena il motivo della distrazione giunge al suo termine, l’ossessione è lì ad attenderla.

La persona caduta nella trappola del disturbo ossessivo tenta costantemente di avere tutto sotto controllo e si ostina a trovare, spesso trovandolo, un senso logico anche a ciò che un senso non ce l’ha. E’ una persona spesso irrigidita mentalmente e fisicamente. E’ coerente e impeccabile in modo eccessivo.

Gli effetti concreti del disturbo ossessivo sulla persona.

Il continuo tentativo di controllo, l’esasperata ricerca di motivazioni e spiegazioni, necessitano di una grande quantità di energia che alla lunga sfiniscono la persona con disturbo ossessivo. Il sentirsi invasi da un pensiero di cui si individua la natura irragionevole, non correlato perciò a reali problemi della vita, il desiderio di gestirlo, distoglie l’attenzione della persona da ciò che quotidianamente è chiamata a svolgere. Questa può evitare le situazioni che riguardano il contenuto delle ossessioni nel tentativo di gestirle, fino ad arrivare ad isolarsi e barricarsi in casa.

Cosa fa generalmente la persona con disturbo ossessivo?

La persona con disturbo ossessivo spesso mette in atto dei comportamenti con l’intenzione di ridurre il suo problema e le amozioni ansiogene che l’accompagnano, ma che di fatto lo mantengono e a volte lo peggiorano.

  1. Tra i tentativi messi in atto c’è quello di cercare di non pensare, di scacciare il pensiero o l’immagine intrusiva a cui non si riesce a sottrarsi, senza rendersi conto che pensare di non pensare, di fatto, è già pensare. Se i pensieri si infilano nella nostra mente, come fare a controllarli?
  2. La seconda cosa che la persona con disturbo ossessivo fa è quella di chiedere rassicurazioni e pareri agli altri, ma se l’ansia placa sul momento, in breve tempo il dubbio si ripresenta.
  3. Come anticipato in precedenza, un altro tentativo messo in atto per tenere sotto controllo l’ossessione è quello di evitare le situazione o i contesti che potrebbero generare emozioni non piacevoli.
  4. Il quarto aspetto riguarda la rigidità e l’intransigenza della persona ossessiva. Tale sua caratteristica lo rende incapace di tollerare il rischio e l’imprevisto a cui siamo esposti come esseri umani (lutti, incidenti…).

Qui un paio di test per verificare le tue tendenze ossessive. Ovviamente tali test non costituiscono diagnosi e non sostituiscono il parere di un esperto. Test 1 Test 2

Cosa fare per provare ad uscire dalla trappola delle ossessioni?

In riferimento a quanto esposto nel paragrafo precedente:

  1. Concediti uno spazio e un tempo al pensiero che si intrufola nella nostra mente per pensarlo. Tale esercizio può essere strutturato, nel senso che ogni giorno possiamo dedicarvi mezz’ora per poi concentrarci su altro, oppure no. In questo secondo caso si tratta di “accogliere” e accettare senza combattere il pensiero intrusivo; in questo modo lo faremo uscire dalla nostra mente esattamente come è entrato. Scegliere una modalità piuttosto che l’altra dipende dalla gravità del disturbo.
  2. Incomincia a pensare che il chiedere rassicurazioni è un’arma a doppio taglio. Se da un lato ci sentiamo benvoluti dagli altri, li sentiamo vicini e amici, dall’altro non facciamo altro che confermare la nostra incapacità. Inoltre parlare con gli altri può avere come effetto collaterale quello di rendere reale il pensiero e quindi sempre più presente poiché gli altri tenderanno a chiederti: “Come va?”
  3. Incomincia a pensare che ogni volta evitate ciò che temete quanto più questa paura diventerà grande e forte. Con molta probabilità tenderete ad evitare sempre più situazioni, persone e ambienti.
  4. Incomincia a pensare che la vita si è evoluta grazie ad un po’ di disordine. Possono esserti anche queste domande: Cosa perdi restando fermo? Cosa guadagni rischiando? Oppure prova a fare un elenco degli eventi che ti spaventano e prova a dare a ciascuno di questi una percentuale circa la probabilità che qualcosa di brutto possa capitare a te o a chi ami.

 

Per ulteriori approfondimenti o domande non esitate a contattarmi o a scrivere qui sotto il vostro commento.

Dott.ssa Elisabetta Gusmini

Psicologa Psicoterapeuta Treviglio

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