Paura di cambiare: Cosa fare per affrontarla?

paura di cambiareSai cosa nascondono frasi come “Sono fatto così”, ” E’ il mio carattere!”? La paura di cambiare!

Abbiamo più volte visto che la paura è un’emozione assolutamente naturale, un’emozione che l’evoluzione ci ha lasciato nonostante i millenni: ce l’ha lasciata perché la sua funzione è quella di proteggerci.

Devi però sapere, che il meccanismo che regola la paura è stato creato, diciamo così, quando davvero dovevamo proteggerci da animali feroci.

La paura oggi

Le scoperte degli ultimi 50 anni in ogni campo del sapere, hanno stravolto i nostri tempi, il nostro modo di vivere, i nostri bisogni.

Ecco perché la paura, anzi, il nostro modo di reagire alla paura, in molti casi, si sta dimostrando oggi come qualcosa di disfunzionale al nostro benessere. Perché ciò che temiamo, nella maggioranza dei casi, non è qualcosa di tangibile, ma qualcosa che è frutto dei nostri pensieri, delle nostre credenze e del nostro modo di percepire il mondo, gli altri e noi stessi.

Ora non vorrei essere fraintesa. La paura è un’emozione reale, qualsiasi sia la motivazione. Di fatto il corpo si attiva come se dovessimo preservarci da un pericolo mortale, ma essendo che il pericolo in questione, al mondo d’oggi, in Europa, non mette, per la maggioranza delle volte, la nostra esistenza in pericolo di vita, ecco che si cade in un baratro che ogni volta torna indietro con gli interessi.

Cosa c’entra tutto ciò con la paura di cambiare?

I cambiamenti sono qualcosa di naturale: tutto cambia in continuazione.

Eppure, quando rivolgiamo l’attenzione a questo processo che procede indipendentemente da noi, ognuno ha reazioni diverse. C’è chi ne rimane entusiasta, chi lo teme, chi lo vive, chi cerca di fermarlo, chi lo subisce e chi obbliga altri a farvi fronte.

Ognuno ha le sue resistenze. Si siamo resistenti al cambiamento.

Il cambiamento è evidente in ogni cosa che ci circonda eppure in molti lo resistono, lo temono, lo rifuggono come un demone.

E dal vostro punto di vista, come si sta a lottare contro i mulini a vento? A respingere qualcosa che per sua natura è inevitabile?

Possiamo mettere gli argini ad un fiume in piena, possiamo cercare di costruirli ancora più forti, più imponenti, più alti. Ma cosa ci insegna la storia? Che se la piena è al suo massimo, non c’è argine, diga, protezione che tenga.

Quanta energia abbiamo impiegato a costruire quegli argini? E quanto tempo? Ne è valsa la pena?

Perché non impiegare quel tempo e quelle energie per fruttare a nostro vantaggio il cambiamento?

Come vincere la paura di cambiare?

Forse questa domanda è ingannevole e dispersiva.

Per quanto il processo di risoluzione possa essere simile, è anche vero che nessuno di noi affronta un problema guardandolo in faccia nella sua globalità e complessità.

Ne verrebbe travolto e sopraffatto.

Voglio provare a spiegarti una cosa. Quando c’è un problema che non si risolve i motivi sono due: 1) la difficoltà viene affrontata in modo non adeguato e 2) la nostra mente, che è pigra, ci porta ad incrementare le medesime risposte. Applichiamo “di più” quella che crediamo essere la soluzione, senza renderci conto che in questo modo inaspriamo, invece che alleviare il problema.

Di fatto, quando siamo addentro a qualcosa che ci preoccupa, spesso non abbiamo la lucidità mentale per renderci conto che se non riusciamo la prima volta e nemmeno la seconda, forse è perché dobbiamo fare qualcosa di diverso.

Il segreto è tutto qui. Molto semplice, ma per tanti per niente facile.

Quindi, cosa posso suggerirti per provare a fare qualcosa di diverso e superare la tua paura di cambiare?

  1. Scindi il macro-problema in parti più piccole e prova ad individuare esattamente quale è il problema. Per aiutarti, prova a rispondere a queste domande: quale è il problema? In che senso è un problema? da chi è visto come un problema? Queste domande servono per comprendere se e in che modo il tuo contesto, le persone che frequenti e con le quali vivi, in qualche modo, senza volerlo, contribuiscono al tuo problema. Potrai esplorare se il tuo modo di pensare e di agire è in qualche modo legato a ciò che fanno, dicono o pensano le persone per te care.
  2. Prova a pensare a cosa succederebbe nella tua vita se il problema non ci fosse più. Cosa concretamente cambierebbe? Questa domanda, se saprai rispondere in modo concreto, facendo riferimento a dei comportamenti specifici, ti aiuterà a visualizzare le difficoltà che sul momento è utile per te tu lavorare.
  3. Domandati e risponditi con sincerità: A cosa mi serve questo problema? E non rispondere  “A niente!”, non è valido 🙂 Considera che ogni persona si muove per “raggiungere un obiettivo” non tanto “a causa di qualcosa”. Si può sembrarti un po’ strano detto da me, ma è proprio così!

Buon lavoro! 🙂

Elisabetta Gusmini

Psicologa Treviglio

 

 

 

 

 

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