Donne: quando il devo diventa una ferita

devoE’ capitato anche a te di sentirti dire che ciò che facevi era giusto o sbagliato perché sei una femmina? Che dovevi o non dovevi fare una cosa perché sei femmina? O sentire martellare nella tua testa “devo”?

Anche tu hai sofferto per non esserti sentita accolta per quello che eri?

Può essere che tu non ti senta libera e costretta dentro ad un “devo”. Che ti senta molto arrabbiata. In colpa.

Che fare?

 

Uomini e donne sono diversi morfologicamente, e la loro diversità è legata alla procreazione e all’allattamento. Su tale diversità ogni gruppo sociale costruisce modelli educativi sul come gli uomini e le donne è utile si comportino. Poiché sono donna devo fare questo, poiché sono uomo devo fare quest’altro. Spesso però, tale differenziazione dei ruoli si è trasformata in disuguaglianza.

Proprio oggi sono stata a comprare la cartella nuova per mia figlia. Aveva bisogno di una di quelle cartelle trolley che permettono di scendere dalle spalle di una bimba di quasi 7 anni, il peso di libri, quaderni e astuccio. Marzo non è commercialmente tempo di cartelle e ho fatto fatica a trovarne una. In un negozio la commessa, rivolgendosi a mia figlia, dice: “Mi spiace, per femmine mi è rimasta solo questa rosa e azzurra con il cuore, quest’altra rossa e arancio è per maschi”.

Per quanto ovunque il rosa sia diventato simbolo di “femmina” e sia diventato una convenzione, per quanto frequentemente mi imbatta in situazioni simili, quest’affermazione mi ha colpita nuovamente, e nuovamente mi ha riportato alla mente le numerose altre convenzioni nelle quali forse ci siamo costretti, poiché le abbiamo reificate.

Giorgio Nardone e Matteo Rampin, due noti psicoterapeuti, di fatto affermano: “La sofferenza deriva dalla riduzione numerica delle possibilità di scelte, ossia dalla riduzione della libertà personale di muoversi all’interno del sistema complesso di interazioni con gli esseri umani e con il mondo fisico” (Nardone, Rampin, 2005).

Le convenzioni quindi, possono essere un modo per ridurre le nostre possibilità di scelta e quindi generare sofferenza? E se sì, come uscirne?

Sostituire i nostri “devo” con “voglio” e “posso”, può essere un ottimo modo per tornare a connettersi con se stessi, per ritornare a dare alle convenzioni il loro ruolo, quello di aiutarci a semplificare senza incastrare.

Dott.ssa Elisabetta Gusmini

Psicologa Treviglio

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